Turchia e Cina mercati chiave, ma servono regole chiare e reciproche
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Turchia e Cina mercati chiave, ma servono regole chiare e reciproche

Un direttivo ricco di spunti quello della sezione calzaturieri di Confindustria Centro Adriatico. Gli imprenditori hanno analizzato il quadro internazionale sempre più complesso. Il Coronavirus è ancora il protagonista ed è quello che decide i tempi del mercato. “Gli ordini sono diminuiti sensibilmente, purtroppo le incertezze su aperture e chiusure di negozi e attività incidono. E il problema, emerso con chiarezza durante il direttivo, è che nessun mercato è indenne a questa situazione. Tantomeno quello italiano”.

Il presidente Valentino Fenni ha affrontato diversi temi, partendo da una parola: reciprocità. “Ha una grande importanza e spesso lo dimentichiamo, soprattutto a livello politico” spiega il presidente.

In particolare riguarda due paesi, Turchia e Cina. “I turchi vendono in Italia? Nulla in contrario, ma il nostro sistema deve adottare controlli come quelli che noi dobbiamo affrontare quando portiamo le nostre scarpe nel loro Paese, dove ci chiedono ogni tipo di certificazione. Bisogna assolutamente che a livello nazionale si affronti questo tema. Le nostre imprese non possono più attendere”.

Discorso simile per la Cina: “In questo caso il tema è la tutela della proprietà intellettuale, dai marchi ai brevetti. Questo è il mercato del futuro secondo Ice e sistemi economici, ma per il settore moda è anche il più pericoloso. Quello che i calzaturieri chiedono in primis ad Assocalzaturifici e quindi alla Politica, è di fare lobby sul Governo italiano affinché affronti la questione, altrimenti è difficile che il nostro distretto possa essere protagonista, nonostante l’alta qualità della manifattura che ci rende perno del settore lusso”.

Terzo tema internazionale è quello relativo alla Russia. “Bisogna tornare a fare pressioni per far sì che le sanzioni alla Russia siano eliminate. Il problema è che non basta la convinzione del Parlamento italiano, la partita si gioca in Europa. Non credo che in molti si rendano conto di cosa significhino le sanzioni per i buyer russi, già colpiti come tutti dalla crisi economica e dalla svalutazione del rublo”.

Per poter presentare ad Assocalzaturifici un quadro dettagliato, il presidente dei calzaturieri di Confindustria Centro Adriatico ha fatto preparare un questionario da sottoporre a tutti gli associati per far emergere i problemi principali nei paesi stranieri. Dall’importazione di materie prime alla commercializzazione della scarpa: “Dobbiamo capire cosa non sta funzionando”.

16 Ottobre 2020