Calzaturieri, Fenni per showroom virtuali, pagamenti e Micam
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Calzaturieri, Fenni per showroom virtuali, pagamenti e Micam

In attesa di una ripresa reale della produzione, i calzaturieri fanno squadra. “Al termine di un direttivo molto partecipato, sono emerse delle linee di indirizzo chiare da rivolgere al Governo e ai vertici di Assocalzaturifici, la nostra associazione” spiega il presidente della sezione calzature di Confindustria Centro Adriatico Valentino Fenni che come tanti è tornato in manovia: “Abbiamo stringenti protocolli di sicurezza da adottare. Non semplice, ma sono stati pensati e firmati insieme, quindi verranno rispettati”.

il settore calzaturiero si è concentrato su tre punti:

LE FIERE
I calzaturieri di Fermo hanno bisogno di certezze e aiuti concreti: “Per questo abbiamo chiesto ad Assocalzaturifici di ridurre il più possibile il costo dell’area espositiva al Micam di settembre. Sarebbe un segnale importante, considerando che Obuv e Kiev sono state annullate e ora si sta valutando se rimborsare gli imprenditori o dare dei voucher per le prossime edizioni. In questo momento programmare una spesa ingente come il Micam è quasi inimmaginabile, anche perché nessuno sa in che condizioni si arriverà a Milano. Quali regolamenti, quale organizzazione, quali buyer verranno? Ragion per cui il costo dell’evento rappresenta una discriminante importante nelle scelte aziendali”.

IL WEB
“Prendendo spunto da quanto presentato da Assocalzaturifici con la piattaforma online B2B Bdroppy , è emersa la necessità di offrire agli associati degli showroom virtuali in modo da poter presentare le collezioni ai clienti che non si muoveranno dalle loro attività. Valuteremo in tempi rapidissimi le proposte sul mercato e poi decideremo come intervenire, sapendo di poter contare anche su fondi della Camera di Commercio delle Marche oltre che sul lavoro che sta portando avanti il Presidente Siro Badon e il Direttore Cancellara ” prosegue Fenni.

I CONTI
Il problema dei pagamenti. “Assocalzaturifici ci ha garantito supporto legale per affrontare situazioni quantomeno spiacevoli. Ma la via legale spesso è l’estrema ratio. Molti clienti che hanno ricevuto scarpe prima del lockdown stanno chiedendo non solo una dilazione nei pagamenti, che già ogni imprenditore ha concesso, ma anche sconti, fino al 30%, del prezzo.

E questo è inaccettabile, perché il lavoro è stato fatto e noi dobbiamo pagare tutti i fornitori. Non si può spezzare la catena. Un conto è la solidarietà, un conto è mettere in difficoltà chi fa il suo lavoro. Una cosa è certa, non possiamo stare inermi, e a tutela degli associati è stata chiesta una netta presa di posizione della nostra associazione nazionale anche nei confronti delle altre associazioni di categoria”.

5 Maggio 2020