Serra De’ Conti, furgone contro albero: muore a 16 anni durante lo stage
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Serra De’ Conti, furgone contro albero: muore a 16 anni durante lo stage

Vittima dell’incidente un ragazzo di 16 anni, Giuseppe Lenoci, che si trovava a bordo di un furgone di una ditta presso cui stava facendo uno stage nell’ambito di un corso di formazione sulla termoidraulica. Chi guidava è rimasto invece ferito e verserebbe in gravi condizioni, ma è stato trovato ancora vivo dai soccorritori.

Giuseppe Lenoci, originario di Monte Urano (Fermo), viaggiava sul lato passeggero (quello che poi ha subito il maggiore impatto contro l’albero) ed è morto sul colpo. Il conducente, un uomo di 37 anni, è stato invece sbalzato via dall’abitacolo, finendo a vari metri di distanza dal mezzo.

“Un sentimento di forte dolore – scrive Alessandro De Grazia, Segretario Generale della Camera del Lavoro Cgil di Fermo – ci ha pervaso alla notizia della tragica scomparsa di Giuseppe Lenoci, il giovane Monturanese morto a seguito dell’impatto del furgone sul quale viaggiava insieme ad un operaio del fermano. Giuseppe frequentava il centro studi Artigianelli di Fermo e si trovava a bordo di quel furgone per effettuare uno stage. La morte di Giuseppe ci ha colpiti profondamente per la sua giovane età, per il vuoto incolmabile che lascia la perdita di un figlio. Ci stringiamo alla madre ed al padre di Giuseppe, iscritti alla Cgil di Fermo, a tutta la sua famiglia ed ai familiari dell’operaio alla guida del furgone auspicando la sua pronta guarigione.

Giuseppe era prima di tutto uno studente di 16 anni, non era un operaio, non era un lavoratore, studiava per emanciparsi, per crescere e realizzare le proprie aspettative. Non spetta a noi valutare e ricostruire i fatti del tragico incidente, ma sicuramente la sua morte, come quella di Lorenzo Parelli a poche settimane da lui, deve porre l’accento sul ruolo dell’istruzione e del rapporto tra scuola e lavoro. Cosa stiamo insegnando ai nostri ragazzi? Che c’è un mondo del lavoro dove la fa da padrone il precariato? Dove è ormai normale e quasi non ci si indigna più per i tanti, troppi, morti sul lavoro?

Da anni ci battiamo per l’abrogazione della norme che obbligano i ragazzi all’alternanza, perché troppo spesso vengono utilizzate per vere e proprie prestazioni di lavoro gratuite. La scuola non deve essere il luogo, come sostiene qualcuno, dove fare addestramento ad una professione perché servono braccia..

Il Governo e le Regioni, ascoltino le nostre rivendicazioni e quelle degli studenti che in queste settimane sono scesi in piazza per gridare tutta la loro rabbia dinnanzi ad una situazione non più accettabile, non solo per la scarsa attenzione della politica nei confronti della sistema scolastico pubblico, ma anche per dire no all’idea che dopo il percorso di studi debba esserci una prospettiva di lavoro precario. Per queste ragioni continueremo a batterci e sostenere il loro percorso di mobilitazione, perché siamo fortemente convinti che investire sulla scuola, sulla ricerca, sia l’unica strada per costruire e consegnare alle future generazioni un paese migliore”.

15 Febbraio 2022