Salario minimo comunale a Fermo, mozione Interlenghi: “per l’equità sociale e corretta competizione fra imprese”
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Salario minimo comunale a Fermo, mozione Interlenghi: “per l’equità sociale e corretta competizione fra imprese”

Nel Consiglio comunale di Fermo che si riunirà questa sera 13 novembre a Palazzo dei Priori,  si discuterà dell’introduzione del salario minimo che preveda per le imprese che lavorano mediante appalto comunale, l’obbligo a riconoscere ai propri lavoratori dipendenti un salario minimo di 9 euro l’ora. La mozione presentata dai consiglieri di minoranza firmatari Interlenghi, Morroni, Vallasciani, Malvatani e Nicolai si contestualizza nella mancanza di una legge nazionale che tuteli cospicue fasce di lavoratori.

“Nel nostro ordinamento non è infatti obbligatoria la stipula di contratti collettivi, esistono imprese o tipologie di contratti di lavoro individuali cui non è applicabile nessun contratto collettivo e quindi nessuna forma di salario minimo – commenta il consigliere proponente avv. Renzo Interleghi. Sono circa 2 milioni i lavoratori in Italia che non hanno un contratto collettivo di lavoro di riferimento e oltre 2,5 milioni possono essere considerati lavoratori in situazione di povertà proprio per gli stipendi: sono i cosiddetti “working poors”, che ricevono salari al di sotto dei minimi stabiliti dalla contrattazione, come nei casi di part-time obbligati o di salari molto bassi. Secondo le rilevazioni INPS, nel nostro Paese 4,6 milioni di lavoratori – circa il 30% – guadagnano meno di 9 euro l’ora: quota che diventa il 35% tra gli operai agricoli e il 90% dei lavoratori domestici, mentre 2,5 milioni non arrivano a 8 euro”.

“Il salario minimo legale è già una realtà in 22 Paesi europei su 27, dove ha dimostrato di contribuire all’aumento degli stipendi dei lavoratori che venivano pagati di meno – prosegue il consigliere e avvocato cassazionista Interlenghi – . Il 7 giugno 2022 l’Unione Europea ha raggiunto un accordo sul salario minimo, attraverso una direttiva quadro che punta a fissare salari minimi adeguati ed equi, che i Paesi membri dovranno recepire. L’Italia, come è possibile leggere nel rapporto OCSE “è il Paese che ha registrato il calo dei salari reali più forte tra le principali economie”; alla fine del 2022, i salari reali nella penisola erano calati del 7,5% rispetto al periodo precedente la pandemia contro una media Ocse del 2,2%.”

“Il salario minimo è uno strumento che consente di contrastare forme di competizione salariale al ribasso e garantisce la correttezza della competizione concorrenziale sul mercato da parte delle imprese. L’introduzione di un salario minimo ed equo, costituirebbe una scelta di politica saggia con l’obiettivo di contrastare la povertà sempre più crescente nel nostro Paese. Il sostegno all’introduzione di una legge sul salario minimo può essere un modo per i sindaci di dimostrare l’impegno in ordine ai valori di equità e giustizia sociale: garantire che tutti i lavoratori abbiano un reddito dignitoso può contribuire a creare una società più equa e inclusiva – conclude Interlenghi – “.

13 Novembre 2025