Gelato/Eucarestia, Interlenghi: “Non riduciamo i simboli religiosi in mero capitalismo”
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Gelato/Eucarestia, Interlenghi: “Non riduciamo i simboli religiosi in mero capitalismo”

Dal capogruppo consiliare di Fermo Capoluogo, Renzo Interlenghi, riceviamo in redazione e pubblichiamo:

“Quando, alcuni giorni fa, ho notato il manifesto di una gelateria di Porto San Giorgio, tra l’altro una delle migliori, raffigurante a scopi pubblicitari l’ultima cena con tanto di vaschette di gelato al posto dei simboli dell’Eucarestia, ho avuto un senso di disagio. Il mio orientamento politico è noto ma, ciò non toglie, che il disagio sia stato rappresentato dalla mancanza di rispetto verso coloro che, soprattutto in questo periodo pasquale, vedono nel simbolo della Resurrezione una speranza autentica di pace nel mondo.

Non sono, come può immaginarsi, un frequentatore dei luoghi di culto, a differenza del titolare della nota gelateria che, invece, sembra aver giustificato questa “goliardata” con il fatto che sia un frequentatore della Santa Messa, eppure mai mi sarebbe venuto in mente di strumentalizzare un messaggio così forte di fratellanza e di amore per il prossimo, Cristo che si sacrifica per il bene di tutti, per meri scopi commerciali.

Il punto, infatti, è questo. La logica del mercato, e di conseguenza del capitalismo che lo incarna e da cui prende linfa, non si ferma più davanti a niente e nessuno, ogni cosa è valida se finalizzata al guadagno e, probabilmente, anche questo mio intervento, che da giorni medito, ma che avevo il pudore di pubblicare immaginando che potesse, a sua volta, correre il rischio di essere visto come strumentale, porterà un seppur minimo vantaggio a quella, errata (nei modi), scelta commerciale.

L’idea di un capitalismo, ormai sfrenato, che ha neutralizzato ogni freno inibitore ci deve inquietare perché vuol dire che il rispetto verso le persone, verso le idee e le professioni religiose altrui si è assottigliato al punto che tutti possano fare qualsiasi cosa purché finalizzata al buon fine commerciale.

Questa sera Papa Francesco, come ogni anno, si recherà al carcere di Rebibbia per consumare un gesto di estrema umiltà, quello del lavaggio dei piedi di coloro che, reclusi, rappresentano gli ultimi della Terra, un gesto forte che è preludio della solidarietà, della fratellanza e della gioia nell’aiutare gli altri e l’Ultima Cena rappresenta, per i Cristiani, il dono di Cristo all’umanità.

I simboli sono importanti, non si devono toccare, si possono criticare, approvare o disapprovare ma non bisogna ridurli a zimbello popolare, soprattutto se, indirettamente, si vogliono sostituire con il simbolo del capitalismo che tanto male sta facendo a tutta l’umanità, e le guerre ne sono una chiara conseguenza.”

29 Marzo 2024