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PREVISTA LA COSTRUZIONE DI UN PIROGASSIFICATORE A SAN MARCO ALLE PALUDI

Che impatto hanno le fonti rinnovabili?

E’ stato convocato per oggi Lunedì 22 Gennaio il Consiglio Comunale con cinque punti all’ordine del giorno tra cui figurano due iniziative “pubbliche” che non mancheranno di sollevare polemiche e discussioni.  Al numero due vi è infatti la Costituzione della Fondazione “Rete Lirica delle Marche” che comporterà  un impegno di spesa per il Comune di Fermo pari a 164.000 euro annui,  mentre ben più importante questione si nasconde all’ultimo punto e riguarda la realizzazione a Fermo di un impianto industriale per la produzione di energia elettrica attraverso l’utilizzo dei fanghi di depurazione da realizzarsi in località San Marco alle Paludi come si può leggere a pag. 55 nella Relazione programmatica e previsionale della Società  partecipata CIIP.

Pirogassificatore a San Marco alle paludi di Fermo

Vale a dire un impianto di piro-gassificazione con cui smaltire “i fanghi di depurazione e produrre energia elettrica per le necessità dell’impianto di depurazione e per cedere in rete la gestore con i benefici degli incentivi del D.M. del 6 luglio 2012”.

Un nuovo impianto industriale che fa il paio con quello approvato dall’altra partecipata comunale, l’Asite srl, che dovrebbe realizzarsi presso la discarica di San Biagio.

In entrambi i casi l’obiettivo ultimo è quello di produrre un combustibile (nel caso del Biodigestore è un biogas e nel caso del pirogassificatore un syngas olio o biochar) e quindi ottenere gli incentivi ministeriali elargiti in presenza di un combustibile “rinnovabile” cioè potenzialmente illimitato.

Fonti rinnovabili perchè “più rifiuti produci e più energia puoi avere. Più fogne depuri e più energia elettrica puoi produrre”.

Ma senza entrare nei tecnicismi appare evidente che non tutto quello che è “rinnovabile” è anche ecologico ovvero senza impatto.

Le due partecipate pubbliche sembrano così perseguire lo stesso obiettivo economico e concettuale che era alla base della scongiurata centrale a biomasse in località Campiglione e che aveva visto tanta contrarietà da parte della popolazione.

Basti pensare come i fanghi di depurazione possono essere inquinati da metalli pesanti e prodotti farmaceutici o chimici che le alte temperature possono solo in parte eliminare.

Ma tutto il processo industriale per arrivare alla produzione del combustibile “rinnovabile” ha degli inevitabili impatti che sembrano in contrasto con quella vocazione turistica che rappresenta l’ultima possibilità di sviluppo del territorio.

di Massimiliano Bartocci

 

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22 Gennaio 2018