Presso il Museo Diocesano di Ascoli P e alla Presenza dell’arcivescovo Gianpiero Palmieri, la Soprintendenza di Ascoli Fermo e Macerata insieme all’Istituto Centrale per il Restauro restituiranno altre due opere restaurate presso Laboratorio Restauro/Deposito presente alla Mole Vanvitelliana si tratta del: Vesperbild, Ascoli Piceno, Cripta della Cattedrale di Sant’Emidio e del Vesperbild, Montegallo, Chiesa Santa Maria in Pantano
Corrispondente al termine italiano Pietà, il Vesperbild identifica il gruppo scultoreo in cui la Madonna sorregge il corpo morto del figlio dopo la deposizione dalla croce. I due esemplari appena restaurati provengono il primo dalla cattedrale di San Emidio, il secondo dal museo diocesano del palazzo Vescovile della città di Ascoli Piceno. Il vocabolo tedesco – letteralmente “immagine del vespero” – indica che la sacra immagine era venerata dai fedeli nelle ore della sera. Eseguiti con la tecnica a stampo, i due gruppi sono in materiale artificiale detto stucco forte, formato da calce, gesso e inerti; l’uso del gesso nell’impasto aveva la funzione di superare le difficoltà di asciugatura tipiche degli stampi chiusi. Entrambi sono stati restaurati nel laboratorio allestito presso il deposito emergenziale alla Mole Vanvitelliana (AN).
Il Vesperbild proveniente dalla cattedrale aveva subito un notevole degrado a carico della pellicola pittorica, individuata nell’intervento stesso come non originale, messo in atto dai repentini cambiamenti microclimatici a seguito del suo spostamento dalla cripta di provenienza alla sagrestia di deposito momentaneo, durante i lavori di restauro della cripta stessa. Con l’attuale intervento è stata rimossa la cromia non originale, consolidato il materiale di supporto (stucco) ed eseguita un’accurata presentazione estetica.
Il gruppo proveniente dal museo diocesano, invece, presentava numerosi distacchi di strati preparatori e pittorici identificati questi ultimi come ridipinture. Questi ultimi, ove adesi risultavano di difficile rimozione perché più tenaci della sottostante pellicola pittorica originale presente ormai in pochi lacerti, lo strato di ridipintura è stato dunque mantenuto per preservare il film pittorico originale; dopo l’operazione di ristabilimento dell’adesione dei differenti strati, è state eseguite un’accurata reintegrazione pittorica e una leggera equilibratura della cromia.
Finalmente entrambi i gruppi saranno restituiti alla comunità: il primo tornerà all’interno della Cattedrale, il secondo, invece, sarà collocato provvisoriamente all’interno del museo in attesa di essere riconsegnato alla chiesa di provenienza di Santa Maria in Pantano.
Siamo soddisfatti di questa ulteriore riconsegna, la terza da inizio anno, che testimonia l’importanza di avere attivato un Deposito/Laboratorio di Restauro proprio nella nostra Regione – commenta il Soprintendente Arch. Giovanni Issini. Queste importanti opere, affiancano al valore storico artistico una grande testimonianza di devozione e fede e ora possono tornare a vivere nei luoghi di appartenenza o nei Musei più prossimi.
“Contribuire al ritorno delle opere presso la comunità di appartenenza è, per il nostro Istituto”, – commenta il direttore ICR Arch. Luigi Oliva- “oltre che un dovere istituzionale, un momento nel quale queste comunità possono percepire ed apprezzare il valore dei restauri e della ricerca condotte dal personale ICR con la collaborazione e a supporto dei colleghi delle soprintendenze e dei musei, oltre che degli operatori privati. La nuova riconsegna sottolinea l’efficacia del programma di recupero in corso nella prospettiva di dare nuova luce a beni danneggiati e di consolidarne il legame con il territorio.”










