La ricostruzione post-sisma non è solo questione di edifici e infrastrutture “perchè accanto alla ricostruzione fisica, che procede, c’è una sfida forse ancor più delicata: tenere in vita le nostre comunità. Combattere lo spopolamento, rigenerare il tessuto sociale, creare nuove opportunità per restare. O per tornare”.
Questo il grido d’allarme lanciato dal presidente dell’Unione Montana Potenza Esino Musone e sindaco di Matelica, Denis Cingolani, al convegno dal titolo: “La ricostruzione sociale: ripartire dalle comunità combattendo lo spopolamento”, tenutosi al teatro Don Bosco di Macerata alla presenza di numerose autorità e operatori del territorio.
Tra i relatori di spicco il vescovo di Macerata Nazzareno Marconi, il sindaco Sandro Parcaroli, il Prefetto di Macerata Isabella Fusiello, l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Macerata Francesca D’Alessandro, il Commissario straordinario alla ricostruzione sisma 2016 Guido Castelli.
Il presidente Cingolani ha illustrato come l’Unione Montana Potenza Esino Musone abbia orientato il proprio lavoro istituzionale non solo verso le infrastrutture, ma anche verso percorsi formativi, culturali e professionali volti a coinvolgere direttamente le nuove generazioni. Ha citato, come esempi concreti, le tre Summer School promosse negli ultimi anni. A partire da “Fresco 2025”, un’ambiziosa iniziativa che coinvolge le tre Unioni Montane del cratere, finalizzata a rafforzare le competenze dei giovani, valorizzando le filiere locali (benessere, sostenibilità ambientale e digitale) e sviluppando un modello di co-progettazione territoriale. In “Fresco”, i giovani sono protagonisti attivi, elaborando proposte e vivendo il territorio con uno sguardo al futuro.
Poi la “Sibillini Summer School S³LAB” incentrata sull’impresa sociale e l’invecchiamento attivo, che ha offerto una settimana immersiva a Serrapetrona dove giovani under 35 hanno lavorato a stretto contatto con docenti ed esperti, generando progetti innovativi e consapevolezza sul potenziale delle aree interne.
E infine “OstHello”, evento che ha posto al centro i mestieri e i saperi del territorio, come la lana autoctona e il legno, attraverso classi tematiche e settimane di residenza che hanno dimostrato come le competenze tradizionali possano generare nuove economie se reinterpretate in chiave contemporanea.
“Queste Summer School hanno lasciato segni visibili: riviste, progetti, prodotti multimediali. Ma, soprattutto, hanno generato relazioni, appartenenze, identità condivise. Hanno riattivato comunità, messo in circolo energie, fatto emergere vocazioni”.
Il presidente dell’Unione ha concluso ribadendo la necessità di strategie di sviluppo sociale basate su coinvolgimento, formazione, protagonismo giovanile e un forte radicamento nei luoghi: “Le comunità non si ‘ricostruiscono’ dall’alto. Si accompagnano, si ascoltano, si aiutano a ritrovarsi. Questo è ciò che dobbiamo continuare a fare, con metodo, con coraggio, con una visione di lungo periodo”.