Abbiamo appreso che la proprietà che intenderebbe realizzare la Centrale a biometano di San Marco in silenzio-assenso, come preannunciato ha presentato ricorso contro il decadimento della pratica. Siamo d’accordo con il privato su un punto fondamentale: il Comune avrebbe dovuto intervenire tempestivamente. – commentano in una nota i componenti del Comitato per il No – Già nel giugno dello scorso anno c’erano i presupposti per un annullamento in autotutela da parte del SUAP. Era quello il momento giusto per chiudere la partita, ed era quello che avevamo chiesto con chiarezza. Invano. Che la pratica fosse “a posto” è invece tutto da dimostrare.
Il privato fa i suoi interessi, ma stava al Comune di Fermo vigilare. Ed è qui che emerge la responsabilità più grave: invece di annullare la pratica in autotutela per pubblico interesse nel giugno 2024, quando lo chiedevamo e i termini lo consentivano, il Comune ha temporeggiato e continuato a chiedere integrazioni fino al maggio di quest’anno. Altro che opposizione alla Centrale. I fatti dicono il contrario: un caos amministrativo inaccettabile. – commentano i componenti del Comitato per il No – Oggi la proprietà annuncia ricorso e parla di risarcimenti milionari. E i cittadini rischiano di pagare il prezzo di una condotta opaca da parte dell’Ente, fatta di ritardi, negazioni e responsabilità mai assunte fino in fondo.
Anche a noi è arrivata la lettera che il sindaco Calcinaro ha fatto recapitare nelle case dei fermani per chiedere fiducia nella sua candidatura regionale. Fiducia chiesta ad un territorio che è stato tenuto all’oscuro di questa possibile trasformazione, all’ingresso della Provincia, in area destinata dal PRG a futuro Parco fluviale intercomunale. Chiesta anche ad una zona vastissima che si affaccia sulla bassa Valtenna, a cui si continuava a dire che sarebbe stato un “impianto piccolo”, oltre due ettari di zona industriale con progetto trasmesso via PEC e ripercussioni ambientali mai approfondite. – afferma il Comitato del No – . Migliaia di cittadini, con le loro firme, hanno detto che non è accettabile una mancanza di trasparenza così sfacciata, e se qualcuno li avesse ascoltati il privato non avrebbe avuto modo di chiedere alcun risarcimento, dato che sarebbe stato proprio il Comune — come qualcuno disse nel Consiglio comunale del giugno 2024 — l’unica parte lesa.
E invece si è preferito traccheggiare, anzi peggio: prendere le criticità espresse dal Comitato per incollarle pari pari sulle richieste di integrazioni. Il tutto fino ad una archiviazione avvenuta a furor di popolo, solo dopo che il privato aveva completato l’incantieramento dell’area, fuori tempo massimo per esercitare la dovuta autotutela — come sottolineano perfino i legali di Ramadori. In politica i meriti nascono dall’assunzione di responsabilità. – conclude la nota del Comitato No alla Centrale – Qui invece si reclamano ormai risultati banali di decente amministrazione, mentre si sorvola sulle scelte che hanno messo a rischio lo sviluppo strategico di un intero territorio e oggi persino le casse pubbliche. Responsabilità che il sindaco Calcinaro — primo referente della salute pubblica della città — ha goffamente tentato di scaricare persino su noi cittadini, che ora rischiano di tradursi in oltre 7 milioni di euro di risarcimenti a carico della collettività. Altro che rotatorie”










