Le associazioni del Fermano unite per una salute mentale di comunità: diritti, prossimità e partecipazione contro ogni deriva ospedalocentrica. In occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale, che si celebra il 10 ottobre, le realtà associative del territorio fermano – Associazione Psiche 2000, Gruppo Famiglia “Anna Arras”, Fada (Associazione Famiglie Disturbi Alimentari) e Fattoria Sociale Montepacini – rilanciano un appello condiviso per la tutela dei diritti, la valorizzazione dei servizi territoriali e la costruzione di una salute mentale di comunità, capace di garantire inclusione, prossimità e dignità.
Le associazioni richiamano i principi sanciti dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, che riconosce il diritto a vivere nella comunità e a ricevere servizi di supporto personalizzati e di prossimità, e dal Piano d’Azione Nazionale per la Salute Mentale (PANSM), recentemente approvato in sede di Conferenza Unificata Stato-Regioni e promosso dal Ministero della Salute. Il Piano indica come priorità: il rafforzamento dei servizi territoriali e delle équipe multidisciplinari; la presa in carico personalizzata nei luoghi di vita; la partecipazione attiva di utenti e famiglie; la promozione dell’inclusione sociale e lavorativa. Nonostante queste indicazioni, anche nel territorio fermano si osservano segnali di progressiva deriva ospedalocentrica, con il rischio di indebolire i servizi di salute mentale di comunità e ridurre la possibilità di una cura integrata e partecipata. Le associazioni esprimono preoccupazione per questa tendenza, che contraddice i principi della Legge 180 e degli organismi internazionali, e chiedono un rilancio deciso del modello territoriale attraverso il potenziamento dei Centri di Salute Mentale aperti H24, già attivi in molte regioni italiane come modelli virtuosi di accessibilità, continuità assistenziale e presa in carico immediata. Come ricordava Benedetto Saraceno, psichiatra e per anni direttore del dipartimento di salute mentale dell’OMS a Ginevra, “Non esiste salute mentale senza diritti, e non esistono diritti senza comunità.”
Un principio che invita a considerare la comunità come luogo della cura, e non la semplice istituzione sanitaria. Ed è sul solco di queste riflessioni che le associazioni del Fermano hanno avviato un percorso congiunto di conoscenza e confronto con le esperienze più avanzate a livello nazionale nel campo della salute mentale, come i progetti di cohousing, i laboratori sociali di inclusione, e le pratiche di abitare supportato. L’obiettivo è offrire stimoli concreti alle istituzioni, contribuendo alla definizione di politiche locali innovative e coerenti con i principi nazionali e internazionali. Questo percorso è stato inaugurato con una rassegna cinematografica dedicata alla salute mentale, che ha coinvolto cittadini, operatori, studenti e famiglie in un dibattito pubblico sul valore della prossimità e dei diritti. Le associazioni intendono proseguire nei prossimi mesi con incontri pubblici di approfondimento, momenti di formazione e confronto con esperti, per diffondere una cultura della salute mentale di comunità. Le associazioni rivolgono infine un appello alle istituzioni locali e regionali affinché:
Attuino pienamente il Piano d’Azione Nazionale per la Salute Mentale; si allineino ai principi della Convenzione ONU; investano nei servizi territoriali di salute mentale e nei modelli di prossimità; favoriscano la partecipazione attiva di utenti e famiglie nei processi di programmazione; riconoscano e valorizzino le buone pratiche già presenti nel territorio.
“La salute mentale è un diritto umano e un bene comune – dichiarano le associazioni –. Non può essere confinata nei luoghi dell’istituzione, ma deve essere costruita nei luoghi della vita, attraverso relazioni, comunità e responsabilità condivisa.”










