Prosegue la rassegna culturale “Ripensare l’umano”. Prossimo appuntamento organizzato dalla Comunità San Cristoforo di Amandola – avrà come tema “l’uomo d’oggi davanti alle nuove sofferenze: come prendersene cura” si svolgerà per l’intera giornata di sabato 8 novembre all’auditorium Luzi di Comunanza. “La sofferenza è la cifra dei giorni della vita, ci chiede di fare un salto per coglierne il senso profondo. Se non facciamo il male, se non siamo cattivi, perché tanto dolore? E’ la domanda soffocata in gola davanti al dolore, soprattutto dell’innocente. – la riflessione che lancia l’ideatore della rassegna, Achille Ascari – eppure la sofferenza è stata compagna dell’uomo sin dagli albori dell’umanità. E’ quindi inutile eluderla o esorcizzarla; va invece accolta come un senso in più che può dare alla nostra esistenza. E la grammatica del senso si esplicita nella compassione. Ma nella società attuale c’è spazio per la compassione? – si domanda il fondatore della comunità Andrea Ascari – Quali declinazioni attuali della compassione a fronte di vecchie e nuove sofferenze? Si parla molto del “prendersi cura” e di “caregiver” e si organizzano convegni e corsi di formazione: cose ottime, ma come formare alla compassione per non avere specialisti dell’assistenza, pronti ad usare ed a fornire le forme tecnologiche più avanzate al sofferente, ma poveri di “cuore”, di compassione appunto. Non è solo il male fisico, ma la solitudine, la sofferenza che ci consuma; ed oggi, in una società che invecchia per la denatalità, ci sono sacche di solitudine che raggiungono la disperazione” – conclude Ascari – .
Relatori dell’incontro saranno il giornalista e scrittore Francesco Comina, docente al Liceo linguistico di Bolzano, Gianni Vacchelli docente di filosofia e storia al liceo classico e all’Università Statale di Milano, a moderare: sarà Enrico Garlaschelli docente di Scineze dell’Educazione all’Università Cattolica di Piacenza e all’ISSR di Mantova. Gli interventi filosofici saranno alternati da letture sceniche cabarettistiche a due voci a cura di “Spazio teatro” di Mirano (Ve)
